- Sulla carta ministeriale il territorio alessandrino è “verde”, ossia pienamente idoneo
- Il presidente della Regione Cirio “Inaccettabile una decisione assunta senza confronto”
«Trovo assurdo che una scelta di questa portata sia stata assunta senza un minimo confronto con la Regione e i sindaci dei territori. È inaccettabile che da Roma piovano di notte sulla testa dei cittadini piemontesi decisioni così importanti e delicate che riguardano le nostre vite»: così il presidente della Regione Alberto Cirio interviene sulla decisione del Governo di inserire il Piemonte tra le regioni in cui sono state individuate ben otto aree potenzialmente idonee alla costruzione del deposito nucleare nazionale.
8 le aree sul territorio piemontese che sarebbero state giudicate idonee da Roma: due in provincia di Torino (Caluso-Mazzè-Rondissone e Carmagnola) e sei in provincia di Alessandria (Alessandria-Castelletto Monferrato-Quargnento, Fubine-Quargnento, Alessandria-Oviglio, Bosco Marengo-Frugarolo, Bosco Marengo-Novi Ligure, Castelnuovo Bormida-Sezzadio).
Paolo Borasio “estremo”
Personalmente e come assessore all’ambiente sono contrario ad una nuova discarica per i rifiuti urbani sul territorio di Alessandria, figuriamoci per quelli nucleari.Assessore all’ambiente del Comune di Alessandria
Agricoltori preoccupati
Cia Alessandria esprime forte preoccupazione a seguito del documento
emanato oggi dal Sogin, approvato dai Ministeri dello Sviluppo
economico e dell’Ambiente, che elenca le aree potenzialmente idonee ad
ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti nucleari.
La provincia di Alessandria è fortemente coinvolta nel progetto con
oltre mille ettari ipotizzati per la costruzione delle strutture,
insieme alla provincia di Torino.
Spiegano il presidente Cia Alessandria Gian Piero Ameglio e il
direttore Paolo Viarenghi: “Siamo perplessi sulle modalità di
realizzazione del progetto: le Organizzazioni agricole non sono state
coinvolte nella sua stesura e apprendiamo a cose fatte le prime
informazioni, che risultano essere ancora poco esaustive. Seguirà
nelle prossime settimane la fase di consultazione, in cui esprimeremo
la nostra forte preoccupazione sull’impatto che questo progetto avrà
sull’agricoltura del nostro territorio, ricca di terreni a vocazione
orticola e cerealicola nelle zone prese in esame. Le produzioni di
qualità non potranno essere ritenute tali, in futuro, se coltivate
accanto a scorie nucleari. Questo avrebbe conseguenze gravissime
sull’economia del nostro territorio”.
Molinari: “E’ mancato il confronto”
“Su un tema così importante e delicato, per le sue implicazioni sia in termini di sicurezza che di ricaduta economica sui territori, il Governo decide di notte, quasi in clandestinità, evitando qualsiasi confronto, mentre tutti i riflettori sono puntati su pandemia e crisi politica: l’ennesimo atto di arroganza ai danni di territori e cittadini”.
L’on. Riccardo Molinari, Presidente dei Deputati della Lega e Segretario Regionale del Piemonte, boccia senza mezzi termini la decisione congiunta del ministero dello Sviluppo e del ministero dell’Ambiente che di fatto ha ignorato il Parlamento.
“Una decisione inopportuna nei tempi e nel metodo, che scavalca completamente Regioni, Province e Comuni. Inaccettabile che debba essere ‘sbloccato’ proprio ora, in una situazione di complessiva emergenza, e senza una riflessione ampia e condivisa”.
Il Capogruppo della Lega alla Camera concentra poi la riflessione sul Piemonte: “La nostra regione, area a forte vocazione produttiva, sia industriale che agricola, si ritrova per decisione del Governo Conte in pole position, con un rilevante numero di siti candidati potenziali ad ospitare il Deposito Nazionale dei rifiuti nucleari. Fortissima in particolare la concentrazione in provincia di Alessandria dei siti definiti ‘verde smeraldo’, ossia con idoneità piena.
Il Governo Conte ha negato il confronto con il territorio, con una decisione che sa di colpo di mano. L’esecutivo ci ripensi, sospenda tutto e venga in Parlamento”.
Berutti: “Coinvolgere il Parlamento”
“E’ fondamentale che si lavori con la massima trasparenza e dunque con il coinvolgimento attivo del Parlamento”. Lo dichiara in una nota il Senatore e Segretario nazionale di Cambiamo, Massimo Berutti. “I cittadini di Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia, così come tutti gli italiani, meritano che processi come questo siano il più aperti e concertati possibile. Per questo scriverò oggi stesso al Presidente della Commissione di inchiesta sui rifiuti affinché si avvii un ciclo di audizioni per approfondire il tema e rendere il Parlamento, e dunque il Paese, partecipe dell’importante partita di consultazione e dibattito pubblico dalla quale dipendono il presente e il futuro dei territori, sia in termini di impatto dell’opera, che in relazione a tutto quello che essa significa rispetto ad eventuali opere compensative, investimenti e posti di lavoro”.
Laboratorio Sociale
Gli attivisti, insieme al collettivo Fridays For Future prometono battaglia: “Su dodici siti in classe A1 (quelli considerati i luoghi più probabili) ben 5 sono in Provincia di Alessandria. Stiamo leggendo e analizzando la corposa documentazione, ma già da ora sentiamo di poter dire con tutto il fiato che abbiamo in gola che non siamo la spazzatura di quella follia rappresentata dalla stagione nucleare nel nostro paese”.
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