Discriminazioni di genere e politiche di accoglienza: due temi cardine del dibattito contemporaneo, ma spesso affrontati con contraddizioni evidenti. È quanto emerge da un’iniziativa che farà discutere in città almeno quei (pochi) alessandrini ancora dotati di senso critico: un corso gratuito di italiano riservato esclusivamente a donne, organizzato dalla Casa delle Donne Transfemministe Queer e ospitato in una struttura comunale.
Riteniamo doveroso porre alcune domande sulla coerenza di questa iniziativa con i principi dichiarati di inclusività. Se la missione è includere, perché escludere una parte della popolazione, in questo caso gli uomini?
L’inclusione, parola chiave nel lessico di tante realtà associative, in primo luogo di sinistra ed LGBT, sembra talvolta trasformarsi in un’etichetta che si presta a interpretazioni discutibili. Il corso di italiano, riservato alle sole donne, ne è un esempio emblematico. Si tratta davvero di accoglienza, o piuttosto di un’accoglienza selettiva? Escludere metà della popolazione di immigrati – tra cui uomini altrettanto desiderosi di integrarsi – non rischia di perpetuare nuove forme di discriminazione?
Un elemento centrale di integrazione, infatti, è la conoscenza della lingua del Paese ospitante. Negare questa opportunità a uomini immigrati rappresenta un ostacolo al loro inserimento sociale e lavorativo, aumentando il rischio di marginalizzazione.
Ulteriori interrogativi sorgono sulla gestione delle risorse pubbliche. La struttura che ospita il corso è stata concessa gratuitamente alla Casa delle Donne Transfemministe Queer, e le spese per luce, acqua e gas sono interamente coperte dal Comune, cioè da voi, cari amici alessandrini. In una città come Alessandria, dove le risorse sono spesso limitate, è corretto destinare fondi pubblici a iniziative che, di fatto, escludono parte della popolazione?
Provocatoriamente, ci domandiamo: se al posto di questo corso per sole donne ci fosse stato un corso riservato esclusivamente agli uomini, quale sarebbe stata la reazione? Probabilmente, non sarebbe passato inosservato, sollevando proteste e accuse di sessismo.
La sinistra discrimina gli (uomini) immigrati
La Pulce nell’Orecchio
Commenta per primo