Nel cuore di Alessandria, dietro il parcheggio di Piazzale Berlinguer, il Parco Deportati Ebrei è diventato un manifesto del degrado urbano. Nato per commemorare la memoria delle vittime della Shoah, oggi questo luogo è simbolo di abbandono e mala gestione.
I vialetti accanto all’ex Centro Commerciale Pacto sono soffocati da un tappeto di foglie che rende difficile il passaggio, soprattutto per chi frequenta l’ospedale vicino. Le panchine sono occupate da senzatetto e, accanto ai bivacchi, sono comparse tende da campeggio che fanno pensare a una città, capoluogo di provincia, in ginocchio di fronte alla gestione delle marginalità sociali. Al loro interno vivono persone che hanno trasformato il parco in una casa di fortuna, un’aggiunta drammatica a un contesto già insostenibile.
La zona dedicata ai giochi si presenta in alcuni punti completamente deteriorata: uno scivolo vandalizzato mesi fa non è mai stato sostituito, mentre rifiuti, bottiglie rotte e lattine di birra dominano la scena. Le zone più nascoste nascondono feci umane, aggravando la sensazione di insalubrità. Anche la vegetazione sembra piegarsi al degrado: rami spezzati e alberi trascurati fanno da cornice a uno spazio che ormai non è più né luogo di riflessione né area verde vivibile.
Il contrasto più doloroso resta però quello tra il carro ferroviario commemorativo – simbolo della deportazione degli ebrei alessandrini – e il contesto in cui oggi sorge: un monumento immerso nell’abbandono, che avrebbe dovuto educare e sensibilizzare, ma che ora giace ignorato dalle autorità.
La presenza delle tende da campeggio, a poche centinaia di metri dall’ingresso del Pronto Soccorso, sottolinea il totale fallimento dell’amministrazione comunale nella gestione della città, che sembra aver rinunciato al proprio ruolo di tutela del decoro urbano e del patrimonio storico. È arrivato il momento di dire basta: Alessandria non può più accettare questa vergogna.
Vanni CENETTA
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