Libri e sculture

Aiuta il giornalismo indipendente

Supporta La Pulce nell'Orecchio in questo periodo difficile in cui l'informazione, anche quella scomoda, fa la differenza sulle fake news e la misinformazione.

Nell’antingresso della biblioteca comunale di Alessandria, poco prima delle scale d’accesso, addossato a una vetrata a destra si trova una curiosa scultura di marmo bianco.

Osservandola attentamente ci si accorge della sua particolarità e della sua bellezza,oscurate però dalla infelice collocazione proprio a ridosso di una vetrata laterale e costretta tra griglie e supporti espositivi metallici.

Questa scultura è stata eseguita on- air,durante il Simposio del 1987, organizzato al Teatro Comunale e nei giardini circostanti

L’artista di fama internazionale, lo spagnolo Manuel Alvarez Losada, ha realizzato questa struttura organica di marmo che si può definire astratta- organica. Astratta nel senso che non c’è nessun riferimento con il figurativo; Organica perché assume delle forme che hanno qualche cosa che ricorda un significato vivente: infatti c’è un un’espansione nella parte bassa della scultura con un taglio verticale e poi, nella parte superiore, si vede una parte tonda con un cerchio che si dilata. Da lì si spinge e prende forma nello spazio. Alvarez nel suo percorso evolutivo ha realizzato forme geometriche organiche privilegiando sempre curve o linee sinuose e convessità. La storia di questa scultura ha avuto vicissitudini singolari che ne hanno impedito per anni la sua esposizione al pubblico. Infatti, dopo la rassegna artistica del 1987, la scultura misteriosamente fu “dimenticata” nello spazio interno del teatro comunale, esposta alle intemperie e l’inclemenza del tempo. Tutto ciò fece perdere al marmo la sua originaria lucidatura e con essa il suo fascino magico e naturale.

Recuperata la scultura e fatta restaurare (dall’Amm. Comunale guidata dal sindaco Fabbio), per interessamento di Gloria Remotti i, fu poi collocata nell’attuale sede della Biblioteca Comunale di Alessandria. La scultura andrebbe però valorizzata attraverso la sua collocazione su un basamento e in un contesto più consono a questo tipo di opera d’arte: ad esempio un giardino, una piazzetta, un patio come se ne possono trovare anche all’interno della biblioteca comunale stessa oppure in città dove i luoghi adatti non mancano.

Il destino di opere d’arte, soprattutto sculture, che Alessandria ha ricevuto in dono da artisti-che qui hanno lavorato- potrebbero essere meglio valorizzate a partire proprio da una giusta e adeguata collocazione dell’opera che ne possa esaltare l’intrinseca forza e bellezza artistica.

Il beneficio di una siffatta rivalutazione delle opere d’arte, sparse sul territorio, potrebbe favorire un benevolo riverbero sulla nostra città anche nella individuazione di potenziali percorsi turistico/ attrattivi della nostra provincia.

Enrica Gardiol