Percorsi artistici alternativi

Aiuta il giornalismo indipendente

Supporta La Pulce nell'Orecchio in questo periodo difficile in cui l'informazione, anche quella scomoda, fa la differenza sulle fake news e la misinformazione.

È evidente lo stato di abbandono e di precarietà della scultura in marmo dello scultore Luigi (Gino) Corsanini che si trova in uno spiazzo erboso all’incrocio tra Via della Chiesa e Strada Comunale a Valmadonna.

Questa scultura rappresenta, in forma stilizzata ridotta all’essenziale, una figura femminile che stende le braccia all’indietro per congiungersi con i piedi fino a formare un arco chiuso dal quale si intravedono forme femminili, molto abbozzate e stilizzate. Dal punto di vista tecnico/artistico rappresenta una scultura molto semplice dove la figurazione è ridotta all’essenziale, senza tuttavia connotarsi ancora come astratta.

Secondo le annotazioni dell’epoca si presenta come una scultura molto bella e, in qualche modo,la sua forma viene definita di tipo organica per le sue forme flessuose e sinuose. L’artista Luigi (Gino) Corsanini e’un noto scultore che appartiene alla famiglia degli esecutori di Carrara che eseguono sculture di marmo in tutto il mondo e per tutti gli scultori che si rivolgono a loro.

Questa scultura in particolare fu realizzata, on-air (nei giardini antistanti il Teatro Comunale), in occasione di un Simposio che fu tenuto in Alessandria nel settembre del 1987 e successivamente l’opera venne collocata nella frazione cittadina.

Il materiale è costituito da marmo di Carrara con evidenti i deteriori segni del tempo e anche della trascuratezza nella manutenzione.

Gli alberi che la contornano lasciano cadere sostanze che vanno ad intaccarne la superficie che andrebbe pulita ogni tanto e con regolarità.

Non vi è neppure una targhetta che ricordi l’autore e l’anno di esecuzione, ma solo un piccolo basamento di marmo. Una riflessione viene spontanea dopo la ricognizione dei luoghi che ospitano opere d’arte nella nostra provincia. Anzitutto lo stato di abbandono e la marginalità di questi siti che si scoprono solo seguendo il filo della memoria e,quando possibile,specifici resoconti o ricerche.

In secondo luogo non si può non constatare che nel giro di un trentennio le occasioni e gli eventi di carattere artistico/culturale nella nostra provincia siano andati via via scemando così, come immagino, anche nel resto del Paese.

Inoltre si respira, con amarezza, l’inaridimento delle sensibilità e anche delle disponibilità finanziarie che una volta rendevano possibili la realizzazione di manifestazioni, incontri, simposi, come quello che ha prodotto la scultura di Valmadonna, ma anche tante altre ancora che si trovano in giro per la nostra provincia.

Tuttavia, per non morire d’inedia o essere sopraffatti dall’alienazione straniante dei social,è necessario ritrovare quella favorevole congiunzione tra istituzioni, enti economici e fondazioni che ha permesso, nel tempo, lo svolgersi di una stagione artistica culturale molto ricca e stimolante.

Enrica Gardiol