Perquisizione alla Solvay per “disastro ambientale” e “omessa bonifica”. Il video

Aiuta il giornalismo indipendente

Supporta La Pulce nell'Orecchio in questo periodo difficile in cui l'informazione, anche quella scomoda, fa la differenza sulle fake news e la misinformazione.

Dalle prima ore di ieri i Carabinieri del NOE di Alessandria insieme ai tecnici di ARPA Piemonte, in esecuzione di decreto emesso dalla locale Procura della Repubblica che coordina le attività investigative in corso, hanno eseguito una vasta perquisizione presso lo stabilimento della società Solvay Specialty Polymers Italia s.p.a. – soggetto a normativa speciale poiché a rischio di incidente rilevante – all’interno dello storico polo chimico industriale in località Spinetta Marengo di Alessandria.

L’impianto è già stato al centro di una complessa indagine dei Carabinieri del NOE di Alessandria, avviata nel 2008 e diretta sempre dalla Procura della Repubblica di Alessandria che, nel 2019, ha portato alla condanna definitiva dei vertici dell’azienda per il reato di disastro innominato colposo (art. 449 c.p.). La principale criticità del sito industriale era da attribuire al difetto di manutenzione della rete idrica a servizio dello stabilimento (circa
50 km di tubazioni recanti acque di processo, di raffreddamento, fognarie e di depurazione) talmente deteriorate da originare perdite per circa 300 Mc/h.

Spiegano i carabinieri: “Questo sversamento di acque nel terreno sottostante, unitamente ad una gestione non lecita della discarica interna e del depuratore, ha portato elevate quantità di materiali inquinanti a contatto con la falda sotterranea, creando un inquinamento diffuso in tutto
la zona, anche esterna all’area industriale. Nell’ambito della sentenza è stabilito l’obbligo d’interruzione del continuo inquinamento della falda mediante messa in atto di un progetto di bonifica in grado di ristorare il danno provocato e mitigare il rischio per la salute umana.
Tuttavia dal 2014 la Solvay, mentre da un lato procedeva alle attività di bonifica, dall’altro provvedeva a sperimentare ed utilizzare nuovi prodotti chimici nell’ambito del ciclo produttivo; tra questi ha una significativa importanza il componente C6O4 (nome di fantasia di una
molecola) appartenente alla famiglia dei PFAS ed utilizzato come coadiuvante del processo produttivo stesso, brevettato dalla Solvay per sostituire altro prodotto – il PFOA – bandito dalle autorità internazionali, poiché inquinante.
Le attività di controllo condotte a tutt’oggi, e riscontrate dagli esami svolti da ARPA Piemonte, evidenzierebbero casi di fuoriuscite in falda anche della nuova molecola C6O4, peraltro di brevetto ed uso esclusivo Solvay.
Le attività presso lo stabilimento – con la presenza sul luogo dei PM procedenti – sono quindi mirate ad acquisire documentazione ed ogni altro elemento indiziario utile alle attività di indagine in corso per le ipotesi delittuose di “disastro ambientale” e “omessa bonifica”.