Emergenza sanitaria e democrazia

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Dal 54esimo rapporto del Censis emerge che il  38,5% dei cittadini italiani, dopo quasi 8 mesi di emergenza sanitaria e oltre venti DPCM, sarebbe pronto a rinunciare ai propri diritti civili per un maggiore benessere economico, accettando limiti al diritto di sciopero, alla libertà di opinione e di iscriversi a sindacati e associazioni. 

Questo atteggiamento segnala un inaspettato cambiamento di consapevolezza  del popolo italiano rispetto al concetto di democrazia. Una sorta di grave arretramento in termini di maturità politica e partecipativa.  In questo clima  il ceto politico dominante sta lavorando all’ottenimento di  una serie di obiettivi che, se realizzati pienamente, potrebbero rappresentare una deriva pericolosamente autoritaria e democraticamente discutibile.

 Infatti gli  obiettivi di cui si sente parlare potrebbero essere questi: 

  • far approvare un passaporto vaccinale per un vaccino su cui persino diversi medici e scienziati dubitano per l’affidabilità (e chi non vorrà farlo non potrà muoversi di casa) ;
  • creare una informazione certificata ( praticamente solo quelle dei professionisti dell’informazione) eliminando o depotenziando le fonti informative effettivamente indipendenti e libere; 
  • giustificare la censura “costruttiva” per tutelare la collettività 
  • contenere in qualunque modo il dissenso (se non ti uniformi alla liturgia dell’ortodossia e ti permetti anche solo di fiatare sei un pazzo pericoloso che va marginalizzato e/o curato)
  • disorientare e terrorizzare le masse in modo che queste si adeguino passivamente a qualunque provvedimento autoritario
  • convincere l’opinione pubblica che si debba scegliere tra libertà e salute/sicurezza.

Qualcuno in Italia comincia a parlare  di democrazia sospesa !!

Luigi Manzini