Covid: la necessità di un protocollo di cure domiciliari universali

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Qualcuno sostiene che quella che si sta affrontando non rappresenta una vera e propria emergenza sanitaria in senso assoluto perché, secondo l’Istituto Superiore di Sanità ,quando il 95% dei soggetti positivi al virus sono asintomatici o paucisintomatici vuol dire fortunatamente che si il virus sta circolando, ma non sta creando situazioni di allarme sanitario in senso stretto.

Il problema invece resta potenzialmente problematico dal punto di vista ospedaliero perché non esiste ancora una struttura di raccordo territoriale che permetta di intervenire preventivamente sulla malattia sulla base di un protocollo di cura domiciliare universale.
Vengono riferiti casi di persone con presumibili sintomi del Covid lasciati a casa solo con la Tachipirina nella speranza che la sintomatologia passi naturalmente È evidente che la Tachipirina da sola non serve a contrastare il covid-19 e dunque diventa necessario e importante chiedere che il governo dia il via libera a un protocollo di cura domiciliare ,anche sperimentale, un protocollo di cura terapeutica domiciliare che si sostanzia nella possibilità che tutti i medici di base possano prescrivere al paziente non solo Tachipirina ma anche altri farmaci sicuramente più idonee ( antivirali, cortisonici plaquenil ecc ecc ). Ad esempio il farmaco idrossiclorochina viene utilizzato da più di 50 anni in Italia e ha dimostrato di funzionare bene in fase precoce del Covid, come sostiene il prof. Garavelli, e cioè quando siamo di fronte al paziente che presenta i primi sintomi, ha mostrato nel 99% dei casi di poter risolvere la malattia sul nascere. Sulla base di questi ragionamenti molti medici stanno chiedendo al governo e all’Aifa di poter immediatamente dar via libera ad un protocollo terapeutico sanitario domiciliare perché questo eviterebbe alle persone di riversarsi negli ospedali, intasando o pronto soccorso, di conseguenza gli ospedali e i reparti dedicati al covid.
Non solo: se si provvedesse a curare i sintomi della malattia a casa e per tempo si potrebbe evitare una possibile e disastrosa emergenza ospedaliera.

e non sarebbe più necessario nessun provvedimento restrittivo.
Non ci sarebbe più nessun motivo di voler o dover prendere ulteriori misure come quelle che stanno fortemente penalizzando l’economia italiana e che sono anche oggetto di contestazione giuridica perché giudicate illegittime rispetto al nostro dettato costituzionale.
Bisogna riportare tutto alla razionalità, alla lucidità e all’equilibrio perché non è da sottovalutare il rischio di una deriva fortemente negativa per la nostra società.

Molti sanitari inoltre sostengono che l’essere positivo al tampone non è di per sé sintomo di malattia così come dichiarano che è inutile sottoporsi al tampone senza sintomi perché tutto ciò sta creando un clima di isteria collettiva e di panico generalizzato che rischia di immobilizzare e di paralizzare l’intera nostra società, di creare angoscia e paure lesive anche del nostro equilibrio emotivo e psicologico.

In questo contesto anche il nostro sistema mediatico ed informativo dovrebbe assumere atteggiamenti e toni più responsabili evitando i quotidiani bollettini di guerra dal momento in cui ormai sono evidenti le maggiori possibilità di cura e guarigione dal virus e la consapevolezza di poter affrontare con più efficacia questa emergenza.

Solo con questa contezza e con questo equilibrio la battaglia si potrebbe vincere agevolmente, senza conseguenze disastrose ed irreparabili dal punto di vista economico e sanitaria per il Paese

Luigi Manzini