“Carla Nespolo si battè per l’Univerisità del Piemonte Orientale”

Il ricordo di Renzo Penna

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Per Carla Nespolo l’elezione, nel novembre 2017, a Presidente Nazionale dell’ANPI ha rappresentato il coronamento di un’intera vita spesa nell’impegno politico per difendere, sostenere e affermare i valori e i principi dell’antifascismo, della Costituzione Repubblicana nata dalla Resistenza e della Lotta Partigiana. Seguendo l’insegnamento della madre e l’esempio dello zio materno, Amino Pizzorno (Attilio), vice-comandante della VI zona partigiana, operante tra il Piemonte e la Liguria.

È stata la prima parlamentare comunista piemontese, eletta alla Camera dei Deputati nel 1976, ma comunista Carla Nespolo è rimasta sempre, anche dopo l’89 e la “svolta della Bolognina” decisa da Achille Occhetto che ha portato, nel ’91, allo scioglimento del PCI e alla nascita del PDS. A livello nazionale ha avuto in Aldo Tortorella un riferimento politico importante e lo ha seguito quando, nel XIX Congresso del PCI, si è opposto con Natta e Ingrao alle tesi della maggioranza che prevedevano il cambio del nome e del simbolo e, pur rimanendo nel nuovo partito, ha dato vita alla componente dei comunisti democratici.

In tutti questi anni le occasioni di incontro, confronto e discussione con Carla Nespolo, pur su piani diversi, sono stati numerosi. Negli anni ’70 e ’80 del mio impegno sindacale, prima tra i metalmeccanici e poi alla guida della Camera del Lavoro, da Deputata e Senatrice non è mai mancata la sua presenza e il suo interessamento attivo a sostegno delle lotte sindacali per la difesa del posto di lavoro, per la conquista di nuovi diritti e, in particolare, dove a lottare per la loro emancipazione erano le donne.

In seguito le occasioni di incontro sono continuate, quando, dal 2004 al 2017, Carla ha presieduto l’ISRAL, l’Istituto provinciale per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea, e, ancora, presso l’Isola Ritrovata, l’originale locale condiviso con la sorella Mariuccia e il compagno Ezio Poli.

Ma il ricordo personale di più intensa collaborazione con Carla Nespolo è legato ai primi anni della XIII Legislatura quando, in un confronto parlamentare molto vivace con il Governo e il Ministro alla Pubblica Istruzione Luigi Berlinguer, venne decisa l’autonomia dell’Università del Piemonte Orientale. Nel ’96 sono stato eletto alla Camera con la coalizione dell’Ulivo e presidente del Consiglio era Romano Prodi; Carla da qualche anno non era più parlamentare, ma assisteva al Senato la senatrice Ersilia Salvato, Vicepresidente dell’Assemblea. Nel corso del suo lungo impegno parlamentare la Nespolo – ricordo laureata in pedagogia e insegnante di storia e filosofia al liceo scientifico Galileo Galilei – si era molto battuta per avviare il decentramento in Alessandria dell’Università di Torino. Così quando, per la forte opposizione dell’Ateneo di Torino l’approvazione della legge per l’istituzione della nuova Università Tripolare non fu più sicura e dal governo si prospettarono soluzioni che ne mettevano in discussione l’autonomia, il contributo di Carla, per la sua esperienza, e le conoscenze tra i componenti della Commissione Cultura e dell’esecutivo si rivelò molto utile.

Così, ad ogni inizio settimana, nell’andare in treno a Roma ci si scambiava le informazioni, si puntualizzava la situazione e durante la permanenza nella capitale ci sentivamo per gli aggiornamenti. Ad Alessandria, poi, le iniziative di sensibilizzazione promosse dall’associazione “Critica Marxista”, di cui la Nespolo era responsabile, in collaborazione con i giovani di “Tempi Moderni” e il sindacato Scuola CGIL guidato da Adriano Marchegiani, mantenevano alta l’attenzione degli amministratori di Comune e Provincia. Fu un impegno che durò oltre un anno e si concluse positivamente a fine luglio ’97 quando Berlinguer ruppe gli indugi e decise per il “si” all’Università del Piemonte Orientale.

In questo momento di tristezza nel quale Carla Nespolo lasciandoci trasmette a noi e, soprattutto, ai più giovani il testimone del suo impegno – come bene ha rappresentato la vignetta di Mauro Biani1 – mi piace ricordarla in quel momento felice per il risultato conquistato e raggiunto.

Renzo Penna