Migliaia di ristoranti e bar rischiano di non riaprire

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Fipe-Confcommercio sottolinea: “Gli interventi sin qui messi in campo dal Governo sono solo una risposta parziale: la liquidità non è ancora arrivata, la garanzia al 100% dello Stato per importi massimi di 25.000 € è una cifra lontanissima dalle effettive esigenze delle imprese per far fronte agli innumerevoli costi da sostenere, la burocrazia rimane soffocante appesantendo addirittura le stesse procedure degli ammortizzatori sociali obbligando, di fatto, le imprese ad anticipare i pagamenti. Sulle tasse, inoltre, non ci sono state cancellazioni ma solo un differimento, per di più con la beffa di dover rischiare di pagare l’occupazione di suolo pubblico stando forzatamente chiusi e la tassa su rifiuti virtuali visto che di rifiuti non ne sono stati prodotti”.

Ecco ciò che chiediamo alle Istituzioni anche locali – aggiunge il Presidente provinciale di Ascom-Confcommercio, Vittorio Ferrari -: che siano presi provvedimenti basati sulla reale situazione delle aziende. Che sia abolito il pagamento dell’occupazione del suolo pubblico e della Tari almeno da marzo a settembre di quest’anno, prevedendo poi per l’ultimo trimestre del 2020, se le condizioni lo permetteranno, un importo con forti riduzioni, almeno il 50%”

LE RICHIESTE DI FIPE-CONFCOMMERCIO

Misure urgenti che consentano la sopravvivenza del settore:

Da subito prevedere, come avviene in tutta Europa, la possibilità di lavorare per asporto e mettere a punto un piano di riapertura con tempi e modalità certe (condiviso con gli operatori del settore, per permettere a tutte le imprese di operare in sicurezza).

E POI:

  • concessione di spazi all’aperto più ampi nel periodo di convivenza con il virus, per favorire il distanziamento sociale e permettere agli esercizi di lavorare
  • risorse vere a fondo perduto per le imprese parametrate alla perdita di fatturato
  • moratoria sugli affitti: serve una compensazione per il periodo di chiusura e per il periodo di ripartenza
  • cancellazione imposizione fiscale come Imu, Tari, affitto suolo pubblico e altre imposte fino alla fine del periodo di crisi e sospensione pagamento delle utenze
  • prolungamento degli ammortizzatori sociali fino alla fine della pandemia e sgravi contributivi per chi manterrà i livelli occupazionali e reintroduzione dei voucher per il pagamento del lavoro accessorio