Parchi chiusi, “ma i pensionati nell’orto chi li controlla?”

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Agli accessi dei giardini comunali è comparso il nastro bianco rosso di divieto d’accesso. Off limits anche quelli della stazione, fino all’ultimo frequentati.

Tra le tante categorie ancora poco considerate c’è quella dei “pensionati in campagna”, ovvero quelli che con il pretesto dell’orto o del pezzo di terra da coltivare scappano dalla città – magari per farvi ritorno in serata – sicuri che stare da soli in mezzo ad un campo non li esponga a contagio. Senza pensare che “Sono gli stessi che non si limitano ad andare nell’orto e poi a casa, ma ad andare ad acquistare le sementi, gli attrezzi, poi a fare la spesa ecc… il tutto senza controlli e anzi con uno sguardo benevolo e giustificati da tutti“, commenta una lettrice.

Trovo che sia una situazione potenzialmente esplosiva: sono le fasce più deboli e se per caso si ammalano sono davvero a rischio di vita, possono trasmettere a tutto il piccolo paese (tutti parlano e si vedono con tutti).

Come mai gli anziani in pensione in campagna non sono soggetti a controlli? Aspettiamo che la situazione precipiti anche nelle campagne dove la popolazione è prettamente anziana?