Analisi del DNA per scoprire la vera provenienza dei tartufi

Aiuta il giornalismo indipendente

Supporta La Pulce nell'Orecchio in questo periodo difficile in cui l'informazione, anche quella scomoda, fa la differenza sulle fake news e la misinformazione.

Vito Rubino, Maurizio Aceto e Guido Lingua, docenti dell’Università del Piemonte Orientale interessati da diverse prospettive all’ambito della tracciabilità dei prodotti, hanno messo a punto un progetto per certificare l’origine di uno dei “prodotti per eccellenza” del territorio piemontese: il tartufo.

I consumatori chiedono garanzie: l’alto valore del tartufo bianco pregiato e la sua eccezionalità devono essere accompagnati dalla certezza sull’origine. Questo dato, infatti, non è per nulla scontato: la filiera si è sempre basata sulla fiducia verso cavatori e commercianti, non essendo fino ad ora disponibili altri mezzi di verifica della provenienza del prodotto.

La situazione potrebbe, tuttavia, cambiare in tempi brevi. I professori Vito Rubino del Dipartimento di Studi per l’economia e l’impresa (DISEI), Guido Lingua e Maurizio Aceto del Dipartimento di Scienze e innovazione tecnologica (DISIT) dell’Università del Piemonte Orientale, raccogliendo un appello dei sindaci dei piccoli comuni dell’Alto Monferrato, hanno messo a punto un progetto che punta alla tracciabilità analitica del prodotto e all’eliminazione dei dubbi circa la provenienza del tartufo.

«Si tratta di un passo in avanti fondamentale per la filiera — commenta Vito Rubino, docente di diritto alimentare e dell’Unione europea all’UPO —. Grazie a questo studio sarà possibile individuare l’impronta digitale del territorio nel prodotto, e tutto ciò attraverso la creazione di una banca dati del DNA dei tartufi del Monferrato e l’analisi di microelementi chimici caratteristici delle tartufaie naturali della zona. In questo modo il Monferrato potrebbe rispondere all’appello lanciato dal piano di filiera del Ministero delle Politiche Agricole del 2017, in cui i territori venivano invitati a investire sull’autenticazione e sulla tracciabilità dei propri prodotti.»

Il territorio, insomma, punta sulla propria identità per fare sistema: lo ha compreso molto bene un nucleo di sindaci dei comuni dell’Alto Monferrato, guidati dal sindaco di Alice Bel Colle, arch. Gianfranco Martino. Il gruppo ha subito risposto positivamente all’appello dell’UPO, dichiarandosi disponibile a finanziare la fase iniziale di verifica analitica della provenienza dei prodotti, e i promotori sperano che a queste prime adesioni seguano nuove dimostrazioni di interesse.

«Dobbiamo credere nelle nostre potenzialità per rilanciare il nostro territorio — ha detto il sindaco Martino —. Abbiamo bisogno di un veicolo comune che consenta di aggregarci attorno a un’idea di qualità, genuinità, autenticità. Per questo sin d’ora propongo a Tutti i miei colleghi sindaci del Monferrato di incontrarci pubblicamente il 25 febbraio per condividere questa progettualità fondamentale per il nostro territorio.»