La superstizione è una cosa seria

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Breve manuale di come suscitare, o allontanare, la fortuna. Tra scale, gatti, colori e numeri magici.

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Per Umberto Eco la superstizione portava sfiga, che era un po’ la stessa cosa che diceva Eduardo De Filippo: “essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male”. Però la fortuna, la sfortuna, la cabala, la dea bendata, la sfiga, entrano giornalmente nelle nostre vite di tutti i giorni. Insieme ad oggetti, numeri, suoni, parole. 

Vi è mai capitato di dire la stessa parola in simultanea con un’altra persona? Dovete grattarvi il naso, altrimenti sfortuna, secondo alcuni, secondo altri matrimonio. Al contrario invece se vi vengono spazzati con la scopa i piedi, in questo caso resterete single per tutta la vita. 

La fortuna, insomma, è una cosa seria. Soprattutto se si è appassionati di gioco e si deve combattere con numeri e probabilità. Glam ha analizzato all’interno di un articolo superstizioni e costumi dei casinò, dal quale è emerso uno spaccato di storie e gesti che caratterizzano la popolazione italiana. Il 13 porta male al Nord, il 17 al sud, alcuni indossano gli stessi vestiti della giocata vincente ogni volta che si entra in un casinò o in una ricevitoria, altri toccano cornetti, ferri di cavallo, metalli vari. In Italia il numero più popolare e attraente è il 3, la perfezione, la trinità, simbolo di vitalità. Altro numero buono è il 15 mentre in Cina il preferito è l’8, la cui parola ha la stessa pronuncia di “prosperità”. Al contrario, il 4 ha lo stesso suono di “morte” ed è il numero sfortunato per eccellenza per i cinesi, mentre porta bene secondo i tedeschi. 

Stessa storia per i colori. In Italia tutti sanno che il verde porta speranza ed è, ovviamente, lo stesso colore del quadrifoglio, ma anche rosso e oro sembrano attrarre la buona sorte. Il nero, si sa, è sfortuna mentre nei paesi asiatici lo stesso significato è dato al colore bianco, utilizzato infatti per il lutto. Come non parlare poi degli animali. Il primo posto in quanto a fama è occupato ovviamente dal gatto nero, che dal medioevo ad oggi è simbolo di streghe, morte e sfortuna, per i cinesi invece sono le rane a stuzzicare la fortuna, così come il gufo e la coccinella. Nel Nord Europa, infatti, si dice che quando questo insetto ti sfiori si avvera un desiderio. Il suo nome è legato all’abbondanza, alla prosperità e alla fertilità tanto che la religione cattolica le ha ribattezzate “gallinelle della Madonna” e in inglese si dice “ladybird”, uccellino della donna, in russo “God’s cow”, cavallo del signore, e in finlandese “marienvoglein”, insetto di Maria.

La lista insomma è infinita a passa anche attraverso specchi rotti, scale attraversate, ombrelli aperti al chiuso. E soprattutto posture. Anche voi per vedere la vostra squadra del cuore avete il posto a tavola già fissato?