Salario minimo, tutele, no al cottimo
Parte dal Piemonte la proposta per regolarizzare e tutelare i lavoratori della gig economy a livello nazionale. All’unanimità il Consiglio regionale ha infatti approvato oggi una proposta di legge alla camera dei Deputati in questo senso, poiché, in base all’articolo 121 della Costituzione, le Regioni possono presentare Pdl alle Camere.
Il testo a firma di Marco Grimaldi (Leu) prevede di estendere a rider, fattorini e a tutti i lavoratori delle piattaforme tecnologiche una serie di diritti tra cui, a condizioni contrattuali formulate per iscritto, il riconoscimento delle spese commisurate all’utilizzo dei propri mezzi, il diritto a godere di tutele assicurative e previdenziali, di accedere alla formazione, ma, soprattutto, un salario minimo legale. Inoltre viene proposto il divieto della retribuzione a cottimo e un orario di lavoro settimanale non inferiore alle otto ore.
Per accelerare l’iter di approvazione, i capigruppo di Maggioranza avevano chiesto a tutte le forze politiche di poter discutere la proposta di legge “Disposizioni in materia di lavoro mediante piattaforme digitali”, in una commissione legislativa, poi direttamente in Aula. La legge precisa anche come il concetto di subordinazione si applichi alle nuove forme di lavoro digitale tramite piattaforme, sotto forma di eterorganizzazione.
“Con questa legge si estendono finalmente dei diritti fondamentali a una categoria sempre più ampia, riconsiderando la materia della gig economy come lavoro. Vietare il cottimo su base regionale non bastava, serviva una proposta che riscrivesse le regole del gioco e ridefinisse il concetto di subordinazione. Abbiamo voluto sottolineare che la battaglia dei fattorini non è stata una questione di nicchia, ma l’avamposto di nuova una discussione: sempre più il mondo del lavoro vedrà l’intermediazione delle piattaforme. A questo punto ci aspettiamo che il Parlamento discuta e approvi la legge il prima possibile” ha sottolineato Grimaldi.
Gli emendamenti di Francesca Frediani (M5s) sono stati accolti organicamente da subemendati di Grimaldi e quindi approvati.
“Non abbiamo mai contestato il merito, ma abbiamo avuto dubbi sul metodo, in quanto la materia è di competenza nazionale. Abbiamo lavorato sulle proposte che poi sono state accolte prendendo come base di lavoro il testo che in un primo tempo era contenuto nel Decreto Dignità per poi essere stralciato, in quanto il Governo sta lavorando proprio per un intervento specifico. In particolare abbiamo voluto portare il nostro contributo sulla definizione del lavoro subordinato, su quella dei tempi di lavoro e sul divieto di cottimo” ha spiegato Frediani.
Nel corso del dibattito, nel corso del quale sono anche intervenuti l’assessora regionale al Lavoro Gianna Pentenero, Davide Bono (M5s), Celestina Olivetti e Andrea Appiano (Pd), è stato evidenziato come la gig economy abbia trasformato il volto di molte attività lavorative: la crescita dei servizi è andata purtroppo di pari passo con la diminuzione di salario e di tutele nei confronti dei lavoratori. La controversia più clamorosa è stata quella di Foodora, che nel 2016 aveva introdotto per i fattorini la paga a cottimo. Il Tribunale del Lavoro di Torino aveva respinto il ricorso di sei fattorini estromessi dalla piattaforma in seguito alle critiche delle condizioni di lavoro, non riconoscendo la natura subordinata del rapporto di lavoro. Tuttavia, il processo in appello ha poi riconosciuto agli appellanti tale
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