Dove costruire l’ospedale? Il comitato ‘Oltre il fango’ dice la sua

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 Giuseppe Monticone, presidente del comitato “Oltre il fango” dice la sua sul dibattito di dove costruire il nuovo ospedale, sulla scorta delle alluvioni alessandrine.

Spett.le Redazione
Dopo aver letto la diatriba su l’area destinata al nuovo ospedale di Alessandria in merito alla
sicurezza idrogeologica, se mi fosse permesso vorrei dire la mia pur non essendo un ingegnere
idraulico. Le competenze in tanti anni ,e dopo aver subito diverse alluvioni, me le sono fatte sul
campo, anzi sugli argini e ultimamente negli alvei asciutti dei nostri corsi d’acqua.
Nell’infausto novembre 94 furono quasi 4.000 m cubi/sec transitati nel Tanaro che hanno creato il
disastro che tutti ricordiamo. Dopo spese folli con tanti lavori di dubbia utilità  e  qualcuno pure
nocivo, subendo  altre 3 inondazioni , fortunatamente meno devastanti della prima (2009-2014-
2016) … l’ultima venne calcolata sui 3.000 m cubi/sec. Tanto bastò per evacuare il rione ORTI, 
 e zona piscina perché il livello di massima piena sfiorò il travaso in città per una
manciata di cm ,dalla sommità delle difese spondali cittadine , già sufficientemente sopraelevate

Ore se malauguratamente tornasse le stessa quantità d’acqua del 2016 sono sicuro che quei pochi
cm non sarebbero più sufficienti ad impedire che il Tanaro entri in città per la semplice ragione 
che il ponte della tangenziale ed il Forlanini  costituiscono ormai una strozzatura al deflusso delle
acque per la sedimentazione naturale nel tempo , a cui si è aggiunto il  cumulo dei detriti di ben 4
cantieri per la costruzione dei nuovi ponti, a cui si aggiungono le  piene durante la costruzione del
Meier che spazzarono via per ben 3 volte la piattaforma su cui operavano uomini e mezzi . A
tutto ciò si devono aggiungere le arcate complete del vecchio Forlanini abbattuto nel letto del
fiume anziché provvedere alla loro rimozione. Quanto scrivo è sotto gli occhi di tutti, denunciato
più volte, inascoltato… a questo punto si ottiene il quadro completo della drammatica  situazione in
cui ci troviamo. 

Sentir parlare di eventuali sottomurazioni per procedere poi ad altra sopraelevatura delle difese
spondali, sarebbe peggio ancora della costruzione delle piste ciclabili sugli argini che pochi anzi
nessuno usa, è solo denaro sprecato per interventi inutili al contrario dei muraglioni che potrebbero
costituire un pericolo ben maggiore del 94.

Nel 2013 venne appaltata ad una ditta di Peschiera Borromeo, l’evacuazione di 100.000 m cubi di
detriti dal tratto cittadino del Tanaro . Mai eseguita! Pur  insufficiente, poteva esser un buon
inizio per conseguire l’obiettivo dei 3.000/3.500 m cubi/sec, da  trattenere nell’alveo del Tanaro in
caso di piena. Parliamo della rimozione della soglia sotto il ponte Meier. Anche se poco influente
eliminarla , va considerato il motivo per cui nel passato qualcuno forse più esperto di ingegneria
idraulica ha pensato di dotare il Tanaro di quel minimo salto inoltre da tempo si sa che sotto quella
soglia vi è un camminamento che dalla Cittadella si arriva in Borgo Rovereto/Santa Maria di
Castello e forse oltre, quindi sarebbe necessario pensarci bene prima di creare non solo danni ma
andare contro ai Bene Culturali.

Al contrario ben vengano le casse di espansione anche se ne sento parlare da oltre 30 anni ed ogni
volta quasi si raddoppia l’ammontare della spesa prevista. Ben vengano i bacini di scorte idriche
sollecitati dagli agricoltori, ma nel Tanaro ci devono entrare le ruspe per ripristinare la max
sezione di passaggio alle acque in caso di piena .Quasi certamente non sarà sufficiente , ma va
assolutamente fatto!
Un “uovo di Colombo”. Bisogna considerare che Villa del Foro e Cantalupo si trovano nei 2 punti
più vicini tra il Tanaro ed il Bormida (2.250 m), Villa del Foro 4 m sul livello del mare piu’ alto di
Cantalupo, una linea retta immaginaria li unirebbe senza intersecare alcun fabbricato, eccezion fatta per i pannelli della Guala che non costituirebbero intralcio alla costruzione di un canale scolmatore
che scarichi nel Bormida il surplus delle piene che il tratto cittadino del Tanaro non può contenere.
Il Bormida verrebbe ovviamente  dimensionato per questo scopo senza grossi problemi, avendo un
percorso in aperta campagna che ne consente l’allargamento necessario. E’ dal 2018 che ne parlo
con tutti quelli che mi capitano compresa la Regione settore OOPP e AIPO, Provincia e politici
vari senza il piacere di trovare un competente o interessato che mi spieghi la fattibilità o meno di
un’opera simile . Ci sarà qualcuno con scienza e coscienza capace di togliermi sta curiosità
e magari togliere Alessandria da tanti guai ?   A volte vi sono soluzioni poco complicate, poco
costose ma che non si vogliono vedere perché suggerite da un Giuseppe Monticone qualunque? . 
Cito costi approssimativi partendo dall’appalto del 2013 mai eseguito : 500.000 euro per 100.000 m
cubi. Facciamo un aggiornamento ad 1 milione di euro ; son 10 euro/m cubo. Il materiale si lascia
tutto a bordo su proprietà demaniale: Km zero!
Se per il TANARO servivano evacuati 100.000 m cubi ed ora ne servissero 500.000, siamo a 5
milioni di euro . Altri 5 milioni per il canale (espropri inclusi) arriviamo a 10 milioni .Per
allargare il Bormida altri 10 milioni… totale 20 milioni ….più  spese varie …. abbondando siamo a 40-50 milioni.

A questo punto qualcuno mi spieghi dei 160 milioni (bastassero) preventivati per mettere in
sicurezza Alessandria. Se ho scritto idiozie me ne scuso anticipatamente ma negli anni – chi di dovere- di idiozie ne han fatte a sufficienza per trovarci nelle condizioni che ci vengono descritte, a 29 anni dalla grande alluvione. Se non altro io mi son limitato a scriverle e credo di aver fatto meno danni.

AGGIORNAMENTO
E’ notizia di ieri sera circa danni – ed una vittima – per le esondazioni in Emilia. Son bastate una manciata di ore di precipitazioni – pur eccezionali – per vedere quasi mezza Regione sott’acqua. C’e’ una sola spiegazione : mezzo secolo di incuria totale circa il mancato mantenimento delle sezioni di passaggio nelle varie vie d’acqua, han portato a trovarci ridotte al lumicino ogni possibilita’ di deflusso delle acque. Abbiamo sacrificato all’ ideologia del ” non toccare gli alvei” e ci troviamo fiumi, torrenti , ruscelli…..totalmente ostruiti per cui son sufficienti piogge ,manco tanto eccezionali, sia per durata delle precipitazioni e sia per quantita’ d’acqua caduta…..perche’ tutto straripi causa  insufficiente  possibilita’ a far transitare il pur scarso deflusso.
Sono aumentati gli uffici, le scrivanie e gli addetti alla sicurezza…e’ diminuita la portata dei fiumi …..Qualcuno sta giocando con la vita , la casa ed i beni dei cittadini !!!!!   
Giuseppe Monticone