Un bene da proteggere: il mosaico di Gino Severini

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Uno delle mete artistiche più interessanti di Alessandria è sicuramente il bel mosaico che riveste l’esterno del palazzo delle Poste centrali di Alessandria in piazza della Libertà, edificio progettato dall’architetto Franco Petrucci e inaugurato il 27 aprile 1941.

Un palazzo che pare nell’immediatezza troppo minimalista, lineare e sobrio, ma solo se visto di lontano: gli interni, al contrario, appaiono ravvivati da un affresco di Giulio Rosso e da un mosaico dell’artista futurista Gino Severini.

Di Severini è anche il prezioso e importante mosaico che si sviluppa per 38 metri all’esterno dell’edificio, ripercorrendo in modo allegorico la storia della posta e del telegrafo.

Gino Severini è stato un pittore italiano che ha saputo unire scienza ed arte, rigore costruttivo e fantasia inventiva, raggiungendo la più completa felicità espressiva quando, tra il 1910 ed il 1915, innestò i valori dinamici del futurismo su quelli costruttivi del cubismo. Fu tra i firmatari nel 1910 del Manifesto del futurismo scritto da Filippo Tommaso Marinetti.

A Parigi fu a contatto anche con Pablo Picasso, Georges Braque, Jean Gris e Guillaume Apollinaire,e partecipò al nascere e allo svilupparsi del cubismo.

Il mosaico divenne una tecnica scoperta curata e coltivata dall’artista intorno agli anni trenta e a cui si dedicò con realizzazioni all’interno di chiese e di palazzi

Squarci di mare e di cielo, ciminiere di una nave, aerei e ingranaggi di macchine, animali e personaggi dei cinque continenti, il mosaico che Gino Severini realizzò con vividi colori sul Palazzo delle Poste di Alessandria all’inizio degli anni ’40, illustra la storia delle telecomunicazioni , dai primi trasporti per mare, agli aerei, al telegrafo. Per anni gli alessandrini sembravano non accorgersi del valore dell’artista e della sua opera, tanto da appoggiare al mosaico, fino a pochi anni fa, le proprie biciclette. Da qualche tempo,dopo anche un importante restauro, l’amministrazione comunale ha provveduto a proteggere il manufatto artistico con una barriera di paletti uniti con catene che impedendo il parcheggio delle auto lasciano così libera la visione di questo splendido ed unico manufatto in mosaico.

Il tempo però è inclemente e oggi si notano piccole parti della parete e delle tessere interessate da distacchi che se non fermati rischiano di estendersi e compromettere parti sempre più grandi della grande parete mosaicata.

Enrica Gardiol