Mancano orafi ma Valenza resta la Capitale del gioiello

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Da Latina a Valenza, per perfezionare gli studi e la manualità orafa. E dalla città dell’Oro – dal 1987 – non se n’è più andato. Leonardo Baglioni oggi è l’amministratore della azienda orafa che porta il suo nome (fondata nel 2000) e che lavora conto terzi per i marchi più grandi della gioielleria. Un mercato che ha ripreso a crescere, sebbene manchi la manodopera. Baglioni è infatti in cerca di figure professionali specializzate. “Una volta i ragazzi, come me, arrivavano al Cellini da tutto il Mondo per imparare il mestiere. Oggi le scuole professionali non formano a dovere. Apprendisti? La legge mi impone un numero massimo”.

Oggi la struttura conta 25 persone, anche se di lavoro ce ne sarebbe per molte di più: “Le macchine fanno l’80% delle lavorazioni ormai, ma la mano dell’artigiano è indispensabile per fare la differenza”. Lavora circa un chilo di oro al mese.

Leonardo Baglioni

Baglioni guarda sempre avanti. Uscito ‘indenne’ dalle crisi degli anni 2000 (“Sono sparite le piccole realtà a conduzione famigliare, anche la tassazione non aiuta”), si è strutturato per lavorare con i big e pensa in grande: “Sogno un laboratorio per tagliare le pietre”:

La Fiera a Valenza?

Bastano Vicenza e Basilea. Un’expo in riva al Po “Non ha mai funzionato veramente e non è mai stato un punto di riferimento per trovare clienti”.

www.baglionigioielli.com