Covid: micro imprese e famiglie in ginocchio, ma una soluzione esiste

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INTERVISTA A MARCO GORETTI ESPERTO GESTIONE SITUAZIONI DI CRISI ECONOMICA 

Oggi concentriamo la nostra attenzione sul tema dell’Impatto del COVID sulla vita reale ed in particolare sull’economia delle Famiglie e delle Micro Imprese. L’obiettivo è quello di fare chiarezza su questo problema che da molti viene trattato ma non affrontato. Nel mainstream vengono snocciolati dati, statistiche, percentuali, previsioni e grafici, ma nel concreto nessuno propone strategie e soluzioni adatte a far uscire realmente le persone dal tunnel dei debiti.

Per capire meglio, proponiamo un’intervista a Marco Goretti, uno dei fondatori di debiti24.it, una società di consulenza specializzata nella gestione delle crisi da sovraindebitamento.

Ecco cosa è emerso.

Come vede l’attuale situazione dell’impatto del covid sull’indebitamento in Italia?
 
Marco Goretti di debiti24.it: Il livello di indebitamento pro-capite in Italia aveva già visto un consistente incremento negli scorsi due decenni, a causa di diversi fattori, primo fra tutti, l’arrivo dell’Euro che ha generato difficoltà di ordine pratico, introducendo un nuovo “linguaggio monetario” che ha richiesto molto tempo per essere compreso.

Inoltre l’onda del “Credito Facile” ha contribuito a travolgere chi ha ceduto alle lusinghe di banche e finanziarie senza scrupoli, facendoli così ritrovare ben presto “Sovra indebitati” ed in alcuni casi “Ultra indebitati”.

L’arrivo del covid con le sue ondate ha certamente messo in ginocchio chi già era in difficoltà ed ha generato ulteriori situazioni di crisi di cui ancora dobbiamo vedere l’epilogo. 

Le contromisure prese dal governo hanno sortito un effetto temporaneo, perché il blocco dei licenziamenti e delle riscossioni delle cartelle esattoriali ha solamente rimandato il problema. 

Il timore è che, quando tali contromisure saranno ritirate, ci sia un vero e proprio tsunami di insolvenze.

Fonti della Banca d’Italia (https://www.bancaditalia.it/media/notizia/fallimenti-d-impresa-in-epoca-covid/) evidenziano come i dati positivi riportati dai media, che indicano in diminuzione i fallimenti delle imprese italiane, siano in realtà frutto di una politica volta a “congelare” il problema ma non a risolverlo. 

A gennaio 2021 (Da fonte il sole 24 ore) prevedevano ad esempio un aumento di circa 2800 fallimenti rispetto alle circa 8.042 aziende fallite in Italia l’anno precedente.

A queste si potrebbero aggiungere ulteriori 3700 “mancati fallimenti” del 2020 che non si sono realizzati solo grazie agli effetti temporanei della moratoria e delle misure di sostegno. 

Per quanto riguarda le famiglie, un dato sul quale interrogarsi è quello di Bankitalia riportato da AGI (https://www.agi.it/economia/news/2021-03-22/bankitalia-moratoria-mutui-11878064/) dove si evidenzia come nell’anno del covid 350.000 famiglie hanno aderito alla moratoria sui prestiti. 

È del tutto impensabile che imprese e famiglie possano ricominciare a pagare i debiti anche quando sarà finito il periodo di pandemia.

Questo perché, con gli stipendi al minimo, con i ritardi nei pagamenti della cassa integrazione, con la chiusura di moltissime attività che non hanno fatturato, con i ristori inesistenti e a causa dei licenziamenti che ne deriveranno è palese che molti non si riprenderanno nel breve periodo e moltissimi altri non si riprenderanno affatto.

Quindi la sua previsione non è particolarmente volta alla positività?

Marco Goretti di debiti24.it: Non sono un politico, non devo “indorare la pillola” ma per onestà intellettuale oltre che professionale, devo essere trasparente e diretto anche se talvolta posso apparire “crudo”. 

Trovare soluzioni a problemi reali e quotidiani è la mia professione. Lo scenario con il quale mi confronto ogni giorno insieme ai miei collaboratori vede moltissime famiglie indebitate per oltre il 50% del proprio reddito e sono tante anche quelle che superano tale soglia. (Alcuni casi da noi analizzati arrivano al 100%).

Sempre più persone e aziende hanno visto chiudersi le porte del credito che in precedenza erano state così generosamente aperte. Migliaia di piccole attività e negozi che prima contribuivano a ridistribuire il reddito, oggi purtroppo contribuiscono – a causa di questo perverso meccanismo – ad incrementare il debito, in termini di mancati pagamenti al fisco, in termini di crollo occupazionale e non ultimo in termini di futura produttività. 

Ovviamente, chi chiude per debiti e non ha soldi, non paga nulla a nessuno e chi cade in disgrazia difficilmente torna ai regimi reddituali precedenti, fatta eccezione per i redditi base o minimi.

A queste persone non posso raccontare che l’Italia tutto sommato tiene dal punto di vista economico e che la maggioranza delle famiglie è ancora propensa al risparmio.  Sarebbe come sottoporgli la considerazione di Charles de Gaulle che dice: “Se tu mangi due polli e io nessuno, statisticamente risulta che ne abbiamo mangiato uno ciascuno”.  A loro servono soluzioni reali e concrete, non statistiche medie.

Per essere pragmatici oggi chi è fortemente indebitato come deve muoversi? Qual è il primo consiglio che darebbe?

 
Marco Goretti di debiti24.it: Innanzitutto deve ASSOLUTAMENTE evitare la comune tentazione di indebitarsi ulteriormente per risolvere il problema, comportamento che trova riscontro in tutti coloro che sono già fortemente indebitati. 

Molto spesso ci troviamo di fronte ad un soggetto che pensa di risolvere i suoi “problemi di debiti” facendo un debito ancora più grosso… magari addirittura chiedendo le garanzie di amici o parenti, passando così da uno stato di sovra indebitamento ad uno stato di ULTRA-INDEBITAMENTO, generando gravi conseguenze economiche non solo per sé stesso ma mettendo anche a rischio le persone ed il patrimonio di coloro che pensavano di aiutarlo firmandogli le garanzie.

Il giovamento temporaneo ottenuto con i soldi del nuovo prestito svanisce in fretta e ci si ritrova ben presto in una condizione peggiore di quella iniziale.

Il ricorso alla liquidità ulteriore non va mai fatto autonomamente quando si è in stato di difficoltà, ma deve essere ponderato e volto alla risoluzione del problema a lungo termine. Senza il controllo di uno specialista che può valutare e canalizzare le eventuali risorse ottenute attraverso un “Consolidamento dei Debiti”, si rischiano danni gravissimi.

Quali sono dunque i metodi per uscire da situazioni di crisi che appaiono irrisolvibili?

Marco Goretti di debiti24.it: Avete detto bene, “appaiono irrisolvibili”. In realtà la soluzione c’è, e noi lo diciamo da molto tempo, anche da prima che il legislatore provvedesse a regolamentare, attraverso la legge 3 del 27 gennaio 2012, quello che oggi potrebbe essere considerato il punto di partenza per il nostro paese in relazione alla soluzione definitiva dei debiti dei privati e delle imprese non fallibili.

Ora non entro nei dettagli della legge, anche perché meriterebbe un approfondimento specifico e sarebbe troppo lungo e complesso da esaminare qui.

Mi limito ad affermare che in molti casi aderire a questa legge può consentire a chi ha accumulato debiti privati, bancari e con lo stato di pagarli in misura minore, in modo sostenibile e in diversi casi salvando anche il proprio patrimonio evitando aste e pignoramenti vari.

Infine, cosa non di poca importanza, la procedura prevede l’esdebitamento ossia la cancellazione da tutte le banche dati negative.

Quindi tutti lo possono fare o meglio tutti possono usare questa legge?

Marco Goretti di debiti24.it: No, non tutti possono aderire a questa legge e nemmeno è necessario o conveniente per alcuni aderirvi. Ci sono dei requisiti da soddisfare. Uno su tutti, ad esempio, per farla semplice, l’imprenditore o l’impresa che fattura più di 200.000 euro l’anno, non può aderirvi.  Altri sono i requisiti che non sto ad elencarvi nel dettaglio ora. Ci sono altri sistemi perfettamente legali che consentono a chi ha debiti ormai fuori controllo di uscirne, senza coinvolgere avvocati e tribunali.  Questo è esattamente ciò che facevamo già diversi anni prima che esistesse tale legge. Abbiamo documentazione e testimonianze di casi risolti prima del 2012 che supporta le nostre affermazioni.

Molti non sanno che è possibile pagare i propri debiti in misura inferiore rispetto a quanto richiesto in prima istanza dal creditore se si sviluppano delle trattative private in modo corretto.

In diversi casi è possibile raggiungere accordi transattivi a Saldo e Stralcio risparmiando anche il 70-80% rispetto alla richiesta originale, ed è interessante che nostro tramite spesso si raggiungono accordi anche con atti giudiziari in corso (decreti ingiuntivi – atti di precetto – pignoramenti – atti di citazione etc.) arrivando spesso a versare meno del 50 % della richiesta.

In moltissimi casi inoltre è possibile sviluppare dei piani di rientro senza applicazione di interessi, che prevedano una rata sostenibile, spesso più che dimezzata, rispetto a quella originale.

Non è inusuale inoltre chiudere anche con dei piani di rientro le proposte a saldo e stralcio ottenendo il doppio beneficio della riduzione e della contemporanea dilazione del debito.

Alla luce di quanto ci ha appena detto allora una soluzione c’è per tutti.

Marco Goretti di debiti24.it: Direi di sì, chiunque abbia un reddito, anche minimo, può quantomeno iniziare a pensare positivo, riflettendo sul fatto che non necessariamente dovrà pagare per intero il fardello che grava sulla sua schiena.

Certo è che con nulla, non si risolve nulla. La cosa che mi sento di dire è che nessuno dovrebbe mai lasciare la situazione in balia degli eventi.  Chi si trova in difficoltà deve sapere che a volte l’informazione può cambiare la vita. Chiedere una consulenza ad un esperto può fare la differenza tra uscire definitivamente dai problemi o sprofondare sempre più in basso.

A proposito di consulenze, negli ultimi mesi in particolare sul web, si vedono autoproclamati Guru delle soluzioni al debito, maghi della cancellazione delle banche dati negative, rottamatori di cartelle ex Equitalia ecc. Che rischi si corrono e di chi ci si può fidare?


Marco Goretti di debiti24.it: Nei periodi di crisi “faccendieri”, “improvvisati” e fenomeni vari appaiono ed il web ne ha consentito la proliferazione incontrollata. Il vero problema è quello di finire “dalla padella alla brace”. Una difesa incompetente o peggio improvvisata può aggravare ulteriormente la situazione anziché risolverla e in alcuni casi può comprometterla irreversibilmente.

Occorre quindi prestare attenzione e sincerarsi di alcune caratteristiche che devono necessariamente essere soddisfatte, prima di affidarsi a soggetti sconosciuti. Ad esempio: Ci mettono la faccia? Sono disponibili ad incontrarmi? Mi danno un contratto scritto? Hanno testimonianze reali di casi risolti nel corso del tempo? 

Le risposte positive a queste domande sono un indicatore di affidabilità. Non esiste una formula magica per capire, prudenza e buonsenso sono sempre fondamentali. Per quanto ci riguarda, noi ci mettiamo la faccia.  Che sia per telefono o in presenza presso i nostri uffici la prima consulenza è sempre gratuita. In molti casi siamo noi a recarci a domicilio dal cliente, quando le condizioni e le motivazioni lo consentono. Abbiamo migliaia di casi risolti che possiamo documentare e forniamo sempre la documentazione contrattuale in visione a chi ne fa richiesta. 

Come vi definite quindi? Esperti di crisi? Di gestione del debito? 

Marco Goretti di debiti24.it: Il termine che definisce le realtà come la nostra è Debt-Agency.

È un termine anglosassone che caratterizza agenzie che svolgono mansioni analoghe alla nostra, anche se in Italia in realtà non esiste ancora una vera e propria uniformità nei servizi offerti, tale da caratterizzare un’identità molto ben definita.
Le Debt-Agency esistono dal 1951 negli USA e sono molto conosciute nei paesi esteri. In particolare, in Italia prima del 2008 l’assistenza ai soggetti sovra indebitati veniva prestata da singoli consulenti, tipicamente avvocati, commercialisti, mediatori creditizi, enti assistenziali e di carità.
Nessuno prima di allora aveva conglobato le esperienze e le conoscenze tecnico- giuridiche di questi e altri professionisti provenienti dal mondo legale, bancario, finanziario e dal recupero del credito, in un’unica struttura.

Ciò ha consentito a molti professionisti che prima operavano sporadicamente nel settore della gestione delle crisi e del debito, di fare di tale argomento la principale area di specializzazione, in particolare rivolta a famiglie e micro imprese.

Per entrare nel pratico, cosa fate per il vostro cliente?
 
Marco Goretti di debiti24.it: Nell’ambito della prima consulenza gratuita analizziamo la situazione debitoria così come ce la espone il cliente e forniamo una risposta ai quesiti ragionevolmente esperibili in quel contesto.

Successivamente, se il cliente ci incarica, facciamo uno studio approfondito della situazione analizzando non solo le banche dati come CR, CAI, CRIF, CTC, Cerved ecc. ma ricostruendo lo storico di tutte le operazioni finanziarie messe in atto, anche allo scopo di rilevare eventuali anomalie contrattuali che potrebbero dar corso a rimborsi sui mutui, prestiti o cessioni del quinto estinti o a revisioni dei piani di ammortamento dei diversi tipi di prestiti ancora in fase di restituzione.
Contestualmente a questa operazione, se il cliente decide di usufruire della nostra assistenza, studiamo e sviluppiamo la strategia che servirà a contenere e limitare gli eventuali danni derivanti dallo stato di crisi e naturalmente a raggiungere accordi con i creditori.

Le eventuali azioni giudiziarie promosse nel frattempo dai creditori, sono analizzate e laddove necessario contrastate dal nostro ufficio legale che applica il minimo tariffario.


Nelle situazioni complesse si valuta il ricorso ai più opportuni strumenti giuridici come la Legge 3 del 2012 ad esempio, al fine di tutelare il cliente-debitore, sempre nel rispetto delle norme vigenti.

Il servizio fornito dal nostro back-office consiste nel contattare settimanalmente il cliente, nel monitorare lo stato di attività dei creditori, nel fornirgli le risposte in tempo reale quando subisce azioni di recupero crediti.

Contrastiamo le azioni promosse dalle società di esazione, intervenendo in prima persona con i nostri operatori, che provvedono a contattare direttamente l’esattore incaricato e nel ricordargli a volte i limiti da non superare. 

In caso di legge 3, la nostra funzione è quella di monitorare tutto il processo che prevede oltre alla complessa raccolta documentale, la gestione dei rapporti con tutti i professionisti coinvolti, fino alla completa soluzione del problema.

Il cliente quindi, oltre a trovare una soluzione efficace e definitiva al suo problema economico, ha un notevole sostegno emotivo e psicologico per tutto il periodo che lo porterà al suo completo esdebitamento, derivante dal contatto con un operatore a lui espressamente dedicato.

Abbiamo anche l’assistenza di specialisti psicologi che ci aiutano nei casi in cui occorre fornire aiuto concreto e specializzato qualora il problema sconfini in una patologia che rischia di divenire cronica.

Naturalmente, non sono solo questi i servizi che eroghiamo. Esistono molti argomenti correlati alla gestione del debito che richiedono la competenza di aziende ultra specializzate come la nostra. La cancellazione dei dati erroneamente o illegittimamente trascritti nelle banche dati dei cosiddetti cattivi pagatori, la protezione patrimoniale, il rimborso degli importi indebitamente percepiti dalle banche su diversi tipi di operazioni e prodotti, come cessione del quinto, mutui, prestiti, leasing, conti correnti con affidamento ecc.


Un’ultima domanda. Vede questo settore in crescita nei prossimi anni?
 
Marco Goretti di debiti24.it: Si, credo che proporzionalmente alla divulgazione di informazioni che riguardano il tema dell’indebitamento si arriverà ad un livello di crescita notevole, si hanno già i primi sentori.

Al momento sono ancora pochi quelli che hanno capito veramente a chi ci si debba rivolgere per questo tipo di problemi e sono ancora molti quelli che ignorano la nostra esistenza. Speriamo che questa intervista ci aiuti a infondere speranza a chi pensa di non averne.