Addio all’accoppiata “vigile attesa e tachipirina”

Aiuta il giornalismo indipendente

Supporta La Pulce nell'Orecchio in questo periodo difficile in cui l'informazione, anche quella scomoda, fa la differenza sulle fake news e la misinformazione.

Ormai sta emergendo che la triade tamponamento/vigile attesa/ Tachipirina del protocollo ministeriale è idonea solo a riempire gli ospedali e a far salire i numeri di positivi all’infinito, aggravando la crisi sanitaria.
In questo anno di crisi sanitaria sono però cresciute le esperienze mediche, di medicI volontari, di medici di buona volontà e coscienziosi che cominciano a prendere le distanze dalle discutibili disposizioni ministeriali e che hanno creato Associazioni per seguire e aiutare il cittadino disorientato.
L’imperativo categorico per un’azione sanitaria decisiva è l’intervento immediato ai primissimi sintomi della malattia per non finire in ospedale in condizioni gravi.
Non si capisce l’ostinazione del Ministero della Salute a non predisporre un vero protocollo efficace per le cure domiciliari (nonché a consentire ai medici di base di visitare il proprio paziente malato) nonostante moltissime associazioni di medici lo abbiano sollecitato più volte.
Un atteggiamento che,una volta conclusa l’emergenza, dovrà essere valutato per la negatività che ha avuto nella cura e nella salvaguardia della salute dei cittadini italiani colpiti dal virus.
In ogni caso, e per fortuna, si sono organizzati siti di gruppi di medici volontari a disposizione gratuitamente per tutti coloro che si trovano da soli e che non vogliono attendere prendendo come farmaco la sola Tachipirina.

Tra questi vanno citati:
● www.Ippocrateorg. org. un sito di medici che segue il paziente anche telefonicamente sin dall’insorgenza dei sintomi di
covid-19. Questi medici agiscono con tempestività e competenza e sono riusciti quasi sempre a sconfiggere il virus dove ospedale protocolli ministeriale spesso hanno fallito. Predispongono l’invio di ricette e prescrizioni mediche e seguono accuratamente l’evolversi di tutte le fasi della malattia
TERAPIADOMICILIARECOVID19.Org
Anche questo sito (gruppo FB costituito dall’avvocato Erich Grimaldi) fornisce assistenza medica a distanza per coloro che si trovano in difficoltà, indirizzando la persona al medico di riferimento che li contatta in privato e, con successiva chiamata video, lo assiste, se necessario con un riferimento medico in zona procedendo anche con visita domiciliare.
Tutte queste iniziative sono sorte per la verificata poca affidabilità scientifica del protocollo ministeriale attualmente in vigore.
Oltre a queste lodevoli iniziative qualcos’altro si muove. Infatti in questi giorni si sono registrati due fatti importanti: il primo è che il Piemonte diventa la prima regione ad istituzionalizzare le cure domiciliari precoci : nel nuovo protocollo medico, licenziato dal Cts della Regione Piemonte, troviamo sancito il principio della cura immediata del paziente.
Addio alla (ridicola)vigile attesa e alla telemedicina con la somministrazione di solo
paracetamolo. La decisione della Regione è una dichiarazione di guerra alle linee guida ministeriali che dal 30 novembre scorso non sono state ancora aggiornate nonostante ormai anche i sassi abbiano capito che la strategia della “osservazione & attesa” e della tachipirina ai primi sintomi sia non solo fallimentare, ma anche dannosa, dato che se i ricoveri aumentano,
parte di responsabilità è da attribuirsi proprio a questa indicazione.
Il protocollo è incentrato sull’intervento immediato, tempestivo, sia diagnostico che terapeutico.
Viene lasciata la consueta pratica abituale della diagnosi telefonica del medico che si potrebbe, paradossalmente, configurare praticamente in un abbandono terapeutico del paziente Di conseguenza viene stabilita una prima visita di persona affidata o al medico di medicina generale o alla Usca e una terapia, che, di sicuro, non avrà tra i suoi punti principali la
tachipirina, ma antinfiammatori FANS, l’eparina, l’antibiotico, il cortisone, la vitamina D e con l’ormai negletta idrossiclorochina.
Quest’ultima (questa la seconda novità) è stata ormai riconosciuta come farmaco molto importante,con sentenza del Consiglio di Stato del dicembre scorso, che ” autorizza l’utilizzo dell’idrossiclorochina” per la cura del Covid-19 spazzando in un sol colpo tutti gli ostacoli finora frapposti dal ministero della Salute a tale utilizzo.
Questa sentenza, inoltre,fa il paio con quella del Tar del Lazio che annulla la nota dell’AIFA che imponeva un protocollo domiciliare basato sulla Tachipirina e sulla “vigile attesa” ribadendo il diritto-dovere di ogni medico di prescrivere in “scienze e coscienza” nel migliore ed esclusivo interesse del proprio paziente le cure più adeguate ( quindi idrossiclorochina compresa – Plaquenil) Finalmente buone notizie e la sensazione che, seppur lentamente, qualcosa si muove.

Luigi Manzini