Un disastro annunciato

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Il rapporto del 2020, pubblicato dall’ISTAT, mostra un dramma sociale senza precedenti nella storia italiana.

450 mila posti di lavoro persi rispetto al 2019, disoccupazione giovanile al 30 percento (29,7%) e il tasso di inattività al 36,1%.

Una condizione tragica e drammatica soprattutto per un Paese che ha come fondamento del suo ordinamento giuridico – la Costituzione- l’obiettivo di perseguire la piena occupazione e la garanzia del suo perseguimento.

Uno stravolgimento completo di quanto annunciato è scritto nella Costituzione Italiana, da sempre definita la “più bella del mondo”.

Per troppi anni la Carta Costituzionale è stata tradita e vilipesa piegandola ai voleri e alle regole dell’Europa che nel tempo, ha trasformato la nostra nazione in una sorta di colonia e la Carta in un inutile pezzo di carta.

La nostra Costituzione ormai appare un vuoto simulacro che serve solamente ad ingannare coloro che credono ancora che i principi in essa contenuti possano effettivamente ispirare la politica dei nostri governanti.

In realtà è più una foglia di fico atta a coprire le azioni di uno Stato senza una sua propria sovranità, ceduta totalmente a un’entità sovranazionale,come l’Europa che ormai ci impone le sue direttive politiche/economiche.

Senza uno Stato veramente sovrano, in grado di arginare il libero mercato, non è possibile garantire i diritti fondamentali. Primo fra tutti quel diritto al lavoro, caposaldo dell’emancipazione, del benessere sociale e dell’integrazione e unico vero presupposto per una ordinata e positiva convivenza civile.

Una situazione drammatica, accentuata ancora di più dalla pandemia anche se le sue colpe in questo caso sono relative.

Il covid (e le restrizioni per arginarlo), infatti, più che causare questa catastrofe annunciata, si è limitato a far emergere tutte le contraddizioni e le inadeguatezze dell’Europa unita, che anzi si è dimostrata incompatibile con la vita dignitosa e con il futuro dei suoi cittadini.

Le rivolte popolari in attoin questo momento in molte capitali europee esprimono tutto di disagio dei cittadini europei di fronte a questa situazione che rischia di diventare esplosiva.

Luigi Manzini