“No all’assuefazione al degrado”

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La parola e il concetto di degrado assumono molteplici significati soprattutto in un contesto complesso come la società d’oggi.
Viene utilizzata in numerosi ambiti : dal degrado ambientale, al degrado architettonico, sociale, economico e via discorrendo. Etimologicamente degrado significa passare di grado, essere degradato passare ad un grado inferiore. oppure significa transitare da una condizione superiore ad una inferiore, subire una regressione e se, riferita agli ambienti naturali, al deteriorarsi o comunque ad uno scadimento evidente e negativo che incide irrimediabilmente sull’equilibrio del tutto..

Quello che comunque viene in mente immediatamente e lo scadimento della qualità dell’ambiente urbano o naturale, associato anche  spesso al deterioramento del concetto di sicurezza, perché dove esiste una situazione di degrado  esiste, sovente, anche un forte problema di sicurezza.

Inoltre quando si parla di degrado spesso ci si riferisce e si associa questo al decoro urbano e a tutto ciò che  implica.
  Si parla di degrado urbano quando sono presenti situazioni di esclusione sociale di presenza  di persone senza fissa dimora che stazionano e occupano aree urbane “deturpandole” con la loro presenza e  con i segni della loro permanenza:il  rilascio di spazzatura e rifiuti di ogni genere, condizioni igiene sanitarie disastrose, stato dei luoghi in forte abbandono.I  Occorre  però anche tenere presente altri comportamenti che possono essere riferiti in modo estensivo al concetto di degrado.

  Ci si riferisce, ad esempio, a comportamenti umani che mostrano un pervicace atteggiamento sociale di inciviltà e di mancanza di rispetto dell’altro , ad  una ricercata maleducazione  e prevaricazione nella relazione umana e nel rapporto con gli altri,  ad un  continuato e insistito spregio delle regole e delle norme per  una convivenza civile necessaria vivere  nella comunità sociale. A ciò si aggiunge l’avversione e insofferenza alle più elementari regole che disciplinano  il rispetto delle cose comuni e delle proprietà pubbliche, la mancata adesione  ad ovvi  comportamenti  comuni che regolano la  vita pubblica ; ad esempio tutta la questione relativa alle norme per conferimento dei rifiuti negli appositi contenitori,  all’evitare di lordare luoghi pubblici con comportamenti non congruenti (gettare mozziconi cartacce per terra, scaricare rifiuti di ogni genere in ogni dove).
  Ecco tutto ciò sembra ormai essere inesorabilmente parte del panorama urbano e sociale del nostro vivere quotidiano.
  Quello che invece è da evitare e che a volte sorprende e addolora l’osservatore è la mancanza di capacità di reazione a questo sfascio.
  Non viene esercitata il diritto allo sdegno e all’indignazione che dovrebbe invece  sorgere in  ciascuno di noi di fronte a certi spettacoli, l’indifferenza è la rassegnazione sono deleteri e alimentano indirettamente il degrado stesso.

  L’assuefazione al brutto e all’azione spregevole fa di noi stessi, in qualche modo, dei complici e degli ignavi. Per intanto  bisogna cercare di recuperare  quel comportamento  sociale, riconosciuto e legittimato -implicitamente- da tutti, che una volta era molto presente e si esplicitava collettivamente  in una forma pedagogica di autodisciplina diffusa  sul comportamento reciproco di tutti noi.

Luigi Manzini