Scoppia la bomba di Borioli: “Di Maio è un c….one”

Aiuta il giornalismo indipendente

Supporta La Pulce nell'Orecchio in questo periodo difficile in cui l'informazione, anche quella scomoda, fa la differenza sulle fake news e la misinformazione.

“Ci abbiamo provato, ma lo dobbiamo dire: per questa strada non si va da nessuna parte”. E’ lo sfogo che l’ex senatore PD Daniele Borioli affida a facebook, andandoci giù pesantissimo nel giudicare i suoi alleati di governo, i 5 Stelle. I vertici dei pentastellati, per di più. “Almeno Tremonti era un bullo ì, ma competente”, riflette il tesoriere del Partito Democratico piemontese, nonché commissario del partito a La Spezia e presidente dell’associazione Benedicta (insomma, non il primo arrivato).
La misura è colma, infatti se Borioli arriva a scrivere e mai a correggere che Di Maio e Di Battista li consideri due coglioni dimostra quanta insofferenza ci sia nel partito verso quelli che dovrebbero essere alleati.
Tra i commenti al post anche quello di Rapisardo Antinucci, segretario provinciale dei Dem: “Concordo, ora si chiuda la vicenda. Ma il PD deve ritrovare un’anima e un progetto cose che al momento latitano”, è l’analisi che arriva da Alessandria.

Il post integrale di Borioli:

BASTA! Mi rifiuto di pensare che il destino di quel che resta della sinistra italiana debba spendersi nell’inseguire le cialtronate di due bulli senz’arte né parte. Di Maio e Di Battista che dettano condizioni non si possono sentire. Ho passato, insieme a milioni di italiani, lunghi anni a contrastare in modo duro Giulio Tremonti e soci per le loro idee sull’Europa e sulla finanza pubblica. Ma almeno Tremonti era un bullo competente. Ed era un avversario politico. Vedere oggi una persona seria come Roberto Gualtieri bullizzato da due coglioni, nostri presunti alleati, mi fa prudere le mani. E credo debba sollecitare in tutti i militanti del Pd un moto di indignazione e ribellione. Ci abbiamo provato, lo abbiamo fatto con generosità e onestà intellettuale. Ma ora lo possiamo e lo dobbiamo dire: per questa strada non si arriva da nessuna parte. Il populismo dei 5S non è emendabile. Anzi, le tensioni legate alla lotta interna per il potere lo stanno ricollocando sulla destra dello schieramento politico. Prendiamone atto, approviamo la manovra per salvare quel che si può dell’Italia e poi scriviamo la parola fine