Le favole lette dalle drag queen scatenano la polemica (e le minacce?). Il Sindaco scopre le femministe

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“Piccolo uovo” e “Nei panni di Zaff” sono le due favole lette dalle drag queen alla Casa delle Donne, e che hanno suscitato grande clamore, a tal punto da far dire al presidente del consiglio comunale Emanuele Locci, fervente sostenitore della famiglia tradizionale, che iniziative del genere sono aberranti.

Il collettivo femminista Non Una Di Meno Alessandria – Casa delle Donne spiega così l’iniziativa:

“Da ormai tre anni, siamo impegnate nell’abbattere e decostruire quei soffocanti stereotipi di genere che spesso ci opprimono e rendono difficile la piena espressione e realizzazione di sé fin dall’infanzia. Quegli stessi stereotipi eterosessisti, frutto di una società fortemente eteropatriarcale, che troppo spesso sfociano in atti di bullismo, con tutte le gravi conseguenze che conosciamo fin troppo bene. Per queste ragioni riteniamo fondamentale l’educazione di genere, alle differenze e al rispetto dell’altro e la lettura di fiabe con le drag queen va proprio in questa direzione.Non Una di Meno Alessandria

Carla Stracci, madrina del Gay Pride vercellese ha difeso così l’iniziativa “Sì, è indispensabile (leggere favole così), perché la favolosità è la più efficace delle medicine contro l’omo-lebo-bi-transfobia. Abbiamo letto due fiabe potentissime e temutissime. Perché parlano di diversità, di inclusione, di rispetto e del segreto per vivere per sempre felici e contenti: essere ciò che ognuno sente di essere senza vergognarsene mai, come si legge nel libro Nei panni di Zaff”.

“Non ci hanno fatto entrare, minacciati”

Ivan Orsi e Emiliano Darone, due esponenti della Lega, denunciano di non essere stati fatti entrare, sebbene si fossero presentati come liberi cittadini. Anzi, di essere stati accerchiati e minacciati, addirittura di morte. Poi sono stati allontanati come persone non gradite. Le femministe liquidano l’accaduto come “provocazione da parte di due esponenti locali della Lega, subito fermata sul nascere”.

Tra precisazioni e smentite sul patrocinio all’iniziativa delle drag queen innescate da notizie confusionarie girate nei giorni scorsi (il Comune lo ha concesso solo alla parata del 1 giugno, la Casa delle Donne peraltro non lo ha mai richiesto, quindi chiusa lì) sorprende la presa di posizione attuale del Sindaco Cuttica che dopo un annetto prende una netta posizione sull’occupazione dell’ex asilo Monserrato, invocando la legalità e il rispetto delle regole.

Così la nota del primo cittadino: “Il Sindaco nell’apprendere che presso i suddetti locali, occupati abusivamente, privi di ogni autorizzazione
ed in violazione di ogni norma sulla sicurezza, vengono organizzati incontri aperti al pubblico provvederà ad attivare ogni forma di responsabilizzazione dell’organizzazione di fronte alle competenti autorità.
Il Sindaco inoltre, appellandosi alla vigente normativa che individua nella Regione Piemonte il responsabile della destinazione dei beni appartenenti ad enti di beneficenza ed assistenza che hanno cessato le loro
attività statutarie, invita la Regione ad attivarsi al più presto affinché anche l’immobile dell’Ex Asilo Monserrato trovi una giusta destinazione nel rispetto delle leggi e non abbia di fronte un futuro di abusivismo e degrado”.

C’è da chiedersi come mai ben due assessori che l’anno scorso hanno gestito l’occupazione dell’asilo non avessero riferito a tempo opportuno delle mancate autorizzazioni…

P.S alle femministe: gli asterischi di genere non si possono vedere!