Sì alle chiusure di domenica, ma non ovunque

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Ulandi d’accordo, ma con regole per zone turistiche

Bene le chiusure domenicali. Lo dice Confesercenti – che da molti anni aveva sposato questa battaglia a favore dei piccoli negozi – per bocca del suo presidente provinciale: “Le liberalizzazioni avrebbero dovuto dare una spinta ai consumi, grazie all’aumento delle opportunità di acquisto. Ma che non sembra essersi trasformato in acquisti reali: nel 2017 le vendite del commercio al dettaglio sono state inferiori di oltre 5 miliardi di euro ai livelli del 2011, ultimo anno prima della liberalizzazione””- dichiara Manuela Ulandi, Presidente Provinciale Confesercenti.

È importante, a questo punto, arrivare ad una revisione dell’attuale regime con una norma condivisa e sostenibile. Noi non chiediamo di stare chiusi sempre, ma di restare aperti solo quando e dove necessario, come ad esempio nelle località turistiche”, conclude Confesercenti. “Fondamentale è passare dalla deregulation totale ad un minimo di regolamentazione, ragionevole e assolutamente compatibile con le prassi europee e puntare a correggere una distorsione che ha compresso i diritti di piccoli imprenditori e di lavoratori senza alcun vero vantaggio per economia ed occupazione, visto che ha causato indirettamente la chiusura di almeno 50mila negozi. La proposta di legge di iniziativa popolare “Liberaladomenica”, promossa da Confesercenti con Cei, è in Parlamento ormai dal 2013: ci auguriamo che, dopo cinque anni, i 150mila firmatari abbiano finalmente una risposta”.